Otranto

Otranto

18 Giugno 2019 0 Di toniorollo

Avrei detto che ormai conoscevo l’ora meridiana in cui i dèmoni scelgono di rivelarsi. Quando i raggi del sole piombano dallo zenit, quasi fosse una pioggia di sfolgorii, e tutt’intorno questo cielo saturo blu, come soltanto a Otranto riesci a vedere, che da altre parti sembra sbiadito. E in questo cielo blu, in questo sole che annerisce le ombre, avrei detto che si poteva camminare per queste strade tortuose, a gradini e salite, e mure spesse, e porte inespugnabili. Città costruita sulla paura che i turchi potessero tornare, e tagliare le teste. E’ come se quel rosone della facciata, sedici raggi a trafori gotici per una Cattedrale che più volte mi è parsa inafferrabile, a quest’ora faccia scendere un sipario d’ombra, fino a renderlo cerchio, una macchia scura in contrasto a queste pietre bianche che abbagliano i visitatori.

Roberto CotroneoOtranto, Oscar Mondadori, Milano 1999, p. 11

A passeggio per le vie di Otranto, ma questa volta da un posto insolito. Partendo da Sud e poi lungo la litoranea per passare dalla Chiesetta di San Pietro e giù verso il porto e oltre. Fino alla Torre del Serpe. E lì una sorpresa. Si stavo girando le scene di un video con violini e violoncelli. Questo mi ha fatto pensare al romanzo di Cotroneo letto tanto tempo fa.