Belfast, la libertà messa al muro

Belfast, la libertà messa al muro

3 Novembre 2019 0 Di toniorollo

Uno degli strumenti utilizzati per rendere visibile la differenza, l’autodeterninazione di un popolo è stato quello di mettere ben visibile su un muro le facce dei propri martiri e i momenti che hanno caratterizzato una lotta per l’indipendenza. Si è trattato di una lotta a volte violenta e a volte non violenta, lasciandosi morire di fame. I murales di Belfast, particolarmente quelli realizzati sull’International Wall raffigurano questi momenti e queste persone.

Su uno dei lati del Muro che va verso uno dei cancelli (ce ne sono due di distanziati di una decina di metri, come a farne una “terra di nessuno”) che separano le due parti della città ci sono dei murales che ricordano altre lotte per la libertà e altri “eroi” che si sono battuti per essa nel proprio paese (Mandela, Palestina, ecc.).

Particolare che in uno di essi la figura del Premio Nobel della Birmania Aung San Suu Kyi sia stato cancellato dopo i fatti che l’hanno silente di fronte alle violenze dell’esercito birmano nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya.

Murales più moderni sono su di un lungo muro che si affaccia sulla parte britannica/unionista della città dove ci si ferma per mettere la propria firma.

Anche la parte inglese ha i suoi murales dedicati a chi è stato ucciso o si è distinto nella “guerra civile” contro le truppe scissioniste.

(foto dell’1.7.2019)
(Aggiornato il 3.11.2019)