Cardigliano

Cardigliano

3 Aprile 2022 0 Di toniorollo

Cardigliano è un piccolo paesino, se si può definire paesino; due filari di case, da una parte quella che una volta era la fabbrica di tabacco (la sii chiamava così) e dall’altra le case dei contadini che quel tabacco lo lavoravano. Ai due lati perpendicolari si fronteggiano la chiesa, costruita avendo in mano la foto della basilica di San Marco a Venezia, e quella che era la scuola-asilo per i bambini dei contadini e della tabacchine.

In questo doppio filare di case un tempo c’erano i contadini e i proprietari terrieri. Vivevano tutti insieme, sopratutto nel periodo del tabacco. Molto è stato costruito nel 1932 (X anno) da Giovanni Greco, che aveva acquistato cinque boschi della zona. Nella fase di dissodamento delle campagne trova l’acchiatura (il tesoro nascosto), un’anfora con dei Cavalieri d’argento, monete originarie dell’Epiro. Sono chiamate “cavalieri” per sulle due facce riportano su una faccia un cavaliere a cavallo e sull’altra mentre cavalca un delfino. Oggi sono esposti al Museo di Taranto.

Lì c’era tutto; la cittadina aveva anche il forno, il telaio per la lana, il dopolavoro, le due case rosse per le famiglie dei figli del fondatore del paese. Alla fine anche il cimitero che accoglie le spoglie di Giovanni Greco e la moglie e alcuni contadini morti a causa di un fulmine.

Una volta divenuto proprietà del comune di Specchia è stato restaurato e finalizzato ad uso turistico dopo che dagli anni 70 era stato abbandonato anche a causa della fine dell’era del tabacco. Il tempo e il denaro ha trasformato Cardigliano in un albergo diffuso e ha funzionato, si dice, benissimo per 10 anni. Poi un contenzioso tra comune e gestori dell’albergo lo hanno riconsegnato all’oblio.

Nel 2022 il FAI lo ripropone all’interno delle Giornate di Primavera dedicate alle vie del Tabacco.

Le foto che seguono sono state realizzate in compagnia dell’amica Adriana… Greco, nipote di Giovanni e nata nella casa rossa.

La fotogallery