Ravenna

Ravenna

27 Dicembre 2022 0 Di toniorollo

Mattinata uggiosa e colori autunnali. Il tour per la città “come Venezia”, perchè costruita sui pali nella palude, è iniziato dalla stazione ferroviaria e si è articolato tra le tessere di quel variopinto mosaico di tessere che legano santa Apollinare Nuovo, il mausoleo di Galla Placidia, san Vitale, il museo diocesano con la cappella di santo Stefano, il Battistero Neoniano e Santa Apollinare in Classe.

Mosaici bellissimi, tutti coloratissimi e intatti, senza bisogno di restauri. A colpire la simbologia statica e in replica propria delle icone bizantine e della creatività occidentale. Una capitale dell’Impero tardo romano orientale trasferita nelle paludose terre d’occidente. Grandi basiliche e piccole cappelle, tutte luminose e belle. Del resto non ospiterebbe ben otto beni Patrimonio dell’Unesco.

In mezzo a tutto ciò la tomba di Dante, in un viottolo, dove è tornato dopo che per secoli se lo erano dimenticato e nascosto per paura che facesse la fine di san Nicola, rubato da un’altra città che in vita non lo ha voluto, ma che da morto lo ha rivendicato.

La fotogallery (9.12.2022)