Una lotta sociale a colpi di pennello: Orgosolo

Una lotta sociale a colpi di pennello: Orgosolo

3 Luglio 2024 0 Di toniorollo

Un viaggio lungo: Cavallino – Civitavecchia – Olbia. Ad accoglierci nell’alba sarda un maestrale sordo. Non voleva saperne di farci varare la canoa. Allora rotta verso l’interno: Orgosolo, il paese sulle montagne che ha combattuto una lunga lotta di tipo sociale e valoriale anche a colpi di murales… picassiani.

Il primo disegno sul muro, a detta di un anziano del luogo, è stato un uomo con un fucile in spalla, datato 1968 (GC Celli). I primi a usare questa forma di denuncia sociale sono stati i “Dioniso”, un colletivo anarchico che operava tra la fine degli anni ’60. E’ stato poi Francesco Del Casino, insegnante di disegno senese “emigrato” ad Orgosolo, a dipingere e ad insegnare la tecnica “alla Picasso” agli studenti che poi hanno ne hanno riempito il paese nel tempo. “Dopo di allora chiunque abbia qualcosa da dire, prende un pennello e lo disegna e scrive su un muro, – e a concluso – anche senza chiedere il permesso ai proprietari”. E da allora le vie e viuzze, muri intonacati e grezzi hanno accolto centinaia di murales.

Molti hanno come soggetti le persone e le tradizioni del luogo, ma tantissimi hanno uno sfondo più sociale, politico, pacifista. Tanti i personaggi che si possono riconoscere: pertini, Gramsci, Marx, Engels, Gian Maria Volontè de “la classe operaia va in paradiso, Troisi e Noiret de “il postino”, Charlie Chapin di “Tempi Moderni” e di “Charlot soldato”, Giovanni XXIII e don Milani, Gino Strada e Gandhi, De Andrè e Daolio (Nomadi). Poi ci sono le lotte contadine, l’11 settembre, ma anche Gaza, Mandela. Non manca nessuno. In alcune vie accanto alla targa toponomastica anche il murales che ricorda l’uomo a cui è intitolata, nel bene e nel male (come Cadorna).

Oggi i murales sembra siano più di trecento ed è stato impossibile fotografarli tutti.

Orgosolo è un paese con le sue contraddizioni architettoniche, prorprie dei nostri paesi del Sud, anche in via di spopolamento, nonostante sia una delle mete “turistiche” più visitate. Case colorate e case sgarrupate; muri ben rifiniti e muri “quasi a secco”, nel senso costruiti con maestria, ma con mattoni di pietra squadrata, di dimensioni diverse ben allineati, proprio come i muri a secco.

La fotogallery