Anche noi (docenti) una categoria

Anche noi (docenti) una categoria

17 Settembre 2015 0 Di toniorollo

Non sarà certamente un anno scolastico facile quello che si sta aprendo. Visto che il precedente si era chiuso con un quasi totale blocco degli scrutini. È l’anno della nuova scuola voluta dai tempi nuovi e scritta a parole loro da Giannini-Faraone & C.  Era molto difficile fare peggio rispetto al tifone Gelmini abbattutosi sulla scuola qualche anno fa, ma a detta di molti degli addetti ai lavori sembra che ci sia riusciti in pieno. Dal governo Renzi un obiettivo di certo è stato raggiunto, anche rispetto a quanto fatto dal governo Berlusconi, visto che è riuscito a svegliare i docenti e farli sentire “una” categoria. Infatti tentando di dividerli tra bravi e cattivi, secondo la quasi insindacabile valutazione del Dirigente scolastico, scelto su insindacabile valutazione del Direttore regionale, scelto a quasi insindacabile volontà del Ministero o da chi ne fa le veci, è riuscito ad unirli contro quello che viene descritto come uno tsunami. Tanti docenti sono usciti, forse tardivamente dal proprio silenzio, anche perché in molti casi quelli che adesso vengono visti come “devastanti novità” antidemocratiche e “mine vaganti” contro la libertà di insegnamento, in realtà erano “silenti realtà” all’interno del corpo della scuola. Tutto era partito con la trasformazione dei Presidi in Dirigenti, con il riconoscimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, con lo svuotamento partecipativo e decisionale degli Organi collegiali, con il rendere le attività curriculari secondarie rispetto a quelle extra, con il rendere il successo formativo determinante nella valutazione dei dirigenti e delle scuole. E quella che è stata definita “buona scuola”, più per un tentativo di autoconvincimento, non ha fatto altro che ratificare l’esistente. È pur vero che molto ancora deve essere tracciato dal momento che il Parlamento ha messo tutto nelle mani del Governo, ma da quanto si è visto in questi primi giorni dell’anno scolastico la precarietà dei rapporti sembra sia la nota dominante.

Tonio Rollo

Pubblicato su “L’Ora del Salento” del 17.09.2015, p.2